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IL SOGNO DI EDDIE
29 marzo 2005

Questo racconto è dedicato a tutti i ragazzi che vogliono emergere in questo meraviglioso mondo.
 

La prima volta che lo vidi, meno di un paio di anni fa era al suo compleanno, compiva 18 anni, la magica età che tutti gli adolescenti aspettano come una svolta nella vita.
Sua sorella Ylenia che mi aveva invitato, mi aveva pregato di far venire qualche pilota locale per festeggiare i 18 anni del fratellino e così ci trovammo con un po’ di piloti che provavano più o meno regolarmente il Bassano, in una pizzeria a festeggiare questo ragazzino appassionato di rally.
Lui aveva fatto qualche gara, quelle sui piazzali dei supermercati che si possono fare anche senza la patente e Ylenia era molto orgogliosa, diceva che andava molto forte, ma come sempre il “forte” è sempre relativo al paragone che si ha davanti, per cui non me ne interessai più di tanto già molto occupato nella veste di novello Don Bosco a badare a molti altri bimbi più o meno veloci o discoli.
Sinceramente quando lo vidi non è che restai impressionato, nulla a che vedere con la faccia da Killer di Gian Basso, oppure con l’occhio infuocato di Navarra oppure con la professionalità di Ucci, la follia di Aghini… nulla…Sembrava quasi un ragazzino scappato dal seminario giusto in tempo per fare la festicciola e poi rientrare chiedendo scusa al priore.
“Questo mi pare il solito piega-valvole” pensai, e promisi ad Ylenia che appena avrei potuto gli avrei dato un occhiata con la telemetria, più per farla contenta che per altro.
Me ne scordai appena fuori dalla porta, non per cattiveria ovviamente, ma per un fattore fisiologico di memoria “too busy” che purtroppo mi accompagna ormai da tempo.
Le tracce di Eddie sparirono nel nulla, anche se qualche volta la povera Ylenia mi telefonava per sentire consigli su come lanciarlo nel mondo dei rally.
“Cosa vuoi fare Ylenia, qui se si hanno dei soldi si corre se no è praticamente impossibile, non conosco in questo momento un sistema per far correre qualcuno senza il budget necessario”
La misi in guardia, perché lei partì a spada tratta decisa a far sfondare il fratellino costi quel che costi.
“Bisogna fare del tirocinio, correre, imparare le gare, ci vuole tempo e soldi e poi occhio ai vampiri, ce ne sono in giro che neanche te lo immagini”
Non la vidi più, forse la spaventai a tal modo che si rivolse altrove, d’altra parte illudere qualcuno che il mondo sia fatto di gentiluomini non è mai stato il mio forte, ma lei non sparì si diede da fare da sola, supportata solo dalla sua passione.

“Ecco vediamo… la Clio di Eddie Sciessere entrare nel Kartodromo….. “ La voce di Beppe Macchi mi fece fare un salto sulla transenna sulla quale ero appollaiato che mi caddero le patatine faticosamente guadagnate con una coda biblica al “chiringuito”, presi in mano l’elenco degli iscritti e guardai rapidamente ancora con la bocca piena, era davvero lui!
Mi trovavo alla prova spettacolo del 1000Miglia in compagnia di Germano Bollini per seguire l’avventura di Daniele Ceccoli nella gara bresciana.
Lo guardai con attenzione e rimasi colpito dalla grinta e dalla cattiveria che il giovane ci metteva, ogni tanto andava lungo, ogni tanto stava di qua anziché di là, poi la macchina gli scappò via in una chicane che immaginai la fine e quasi chiusi gli occhi, invece lui la riprese senza nemmeno fare una grinza e senza nemmeno perdere del tempo.
“Interessante sto qui…” Ma nessuno nemmeno si girò a vedere che dicevo.
Andai al parco il giorno seguente e lui quando mi vide arrossì.
“Si beh… sto andando benino, non conosco le strade è il primo rally che faccio….”
Si però il bimbo era nelle zone altissime della N3 e per un debuttante non è che sia facile.
Si ritirò perché gli venne un emorragia dal naso quando mancavano tre prove alla fine, ma i tempi che fece segnare furono molto interessanti.
“Fatti vedere quando hai voglia” Gli dissi prima di tornare a casa.
Non passò neanche un giorno che già era da me. Iniziammo a lavorare, una sola giornata dove misi a posto le cose più importanti, le basi.
Dopo due ore che ci eravamo lasciati una telefonata, era eccitatissimo, quasi non riusciva a parlare “Vittorio, Vittorio, la strada che faccio sempre con il mio muletto….. sono due km. ho tirato giù due secondi a guidare come dici tu…Grazie, grazie”
Lui non ha possibilità economiche, la sua è una famiglia modestissima con una grande passione, ma non potrebbe mai sopportare la spesa nemmeno di un piccolo rally e per farlo correre a Brescia Ylenia aveva tirato fuori tutti i suoi risparmi e anche di più.
Poi Munaretto incuriosito dal “fenomeno” gli diede una mano e corse a San Marino dove però ruppe il motore subito tornando a casa avvilito.
Gli ultimi soldi a budget vennero spesi per fare il San Martino di Castrozza con una Clio A di Balbosca.
La gara fu molto positiva anche se perse del tempo qui e là chiuse al 15° assoluto mi pare, però lo vidi passare un paio di volte e mi convinsi sempre più che il ragazzo ci sapeva fare.
Ne parlai ancora a Germano Bollini che mi guardava da sotto gli occhiali sorridendo “Guarda che è uno che va forte se puoi dagli una mano” e organizzammo un incontro per farglielo conoscere.
Nel frattempo i soldi erano ampiamente finiti e di trovarne non se ne parlava, soliti infami discorsi “quest’anno no, provi a passare il prossimo ecc.”
Germano gli dette a sorpresa la sua macchina, una EVO 6 per fare il 7 Comuni e nonostante dei problemi elettrici fece dei tempi di tutto rispetto.
“Sai che Eddie va davvero forte ?” Mi disse Germano al telefono.
Mi fece davvero felice.
“Vieni su che facciamo ancora un’altra mezza giornata di scuola”
Due passaggi lenti per studiarsi alcune cose e poi mi stacca un 1.09.490 che batte di un secondo e mezzo il record di sua maestà Gian Basso vecchio di un anno e mezzo. Ora stiamo coi piedi per terra, la macchina ha subito delle evoluzioni, le gomme non sono le stesse ed è sempre arduo fare paragoni a distanza di tempo, ma non è che quelli che avevano girato pochi giorni prima di lui o pochi giorni dopo abbiano avvicinato il record e queste persone sono molto ma molto quotate.
Indipendentemente dal fattore tempo che lascia sempre milioni di dubbi e di discussioni per farlo ci vuole manico se no non si fa e basta, questo è un fattore innegabile invece, e poi il fatto che lo abbia tirato fuori subito è estremamente positivo.
Provo un giro io per rendermi conto, cerco di guidare meglio che posso ma vedo che non si sta in strada, si scivola terribilmente mentre al suo fianco non me ne ero accorto, schiaccio il fine prova un po’ in ritardo e poi mi butto sul PC a vedere il risultato.
Il mio è un secondo più alto ma togliendo il pezzo in cui ho schiacciato in ritardo è perfettamente uguale al suo al millesimo. Cose da pazzi penso! Più di così su questa strada non si può fare, ma la sorpresa più grossa ce l’ho quando analizzo bene i dati.
Io non abbasserò mai più quel tempo, i miei dati sono al limite… Lui ne ha ancora per almeno un altro mezzo secondo o più, si tratterà di lavorarci sopra un po’ con calma.
Mentre lui guidava però, io stavo a fianco e come sempre guardavo la sua faccia, lì ho visto l’occhio assassino di chi sa andare davvero…

L’inverno si avvicinava come sempre minaccioso e i budget restavano a zero, le speranze di vedere Eddie su una macchina da corsa si affievolivano sempre più, Ylenia mi chiamava diverse volte disperata, anche io mi metto a tartassare gli amici per cercare di aiutarlo, mi piacerebbe portarlo a fare delle gare del mondiale per farsi esperienza, cerco inutilmente dei soldi che quasi ad un certo punto sembravano sbucar fuori, ma nulla. Eddie è ancora piedi.
All’annuale pranzo di RallyLink lo porto con me e lì troviamo anche Germano.
“Ti faccio fare il Trofeo Subaru” Eddie quasi scoppiò in lacrime.
Germano da grande imprenditore dei rally ha ritagliato un budget e assieme all’entusiasmo della famiglia Scandola, appassionatissimi nonché coinvolti al massimo nelle corse con una dinastia che si perpetua e della Abaco motori è uscito dal cilindro un programma che può permettere al giovane vicentino di mettersi veramente in luce.
Eddie non ha atteso un secondo a portare a casa il primo posto nella prima gara del Trofeo, probabilmente tranne me e Germano, nessuno se lo sarebbe aspettato, che il timido bimbo alla quarta gara della sua vita e per la prima volta che si sedeva su di una vettura del genere piazzasse anche un 4° tempo assoluto e vincesse alla grande una gara piuttosto anomala e difficile.
Cosa diventerà Eddie nessuno può dirlo, dipenderà da molte cose e non solo da lui, ma il suo sogno intanto si è avverato…

Buona Fortuna piccolo…


foto Massimo Bettiol