3.TAPPA - FINALE
Levataccia anche stamattina, la scusa di
anticipare la festa di due ore per recuperare gli ospiti persi ieri
non mi è piaciuta molto, ma in effetti non è stata una scelta molto
sbagliata. Questa mattina il clan del casino non si è visto e
l’albergo era quasi deserto avranno trovato da fare.
Ho inforcato la mia Toyota e dopo aver tirato mezzo milione di
eresie per attaccare i fili del contatto, lei si è messa
immediatamente a rombare come uno Spitfire pronto al decollo. Appena
uscito dall’albergo ho girato a sinistra anziché a destra e mi sono
perduto, per fortuna che sono qui da una settimana se no…..
Per la strada una fila interminabile di persone
che si recano nella prova speciale con ogni mezzo, il massimo che ho
visto è stato un motorino con cinque persone a bordo, mamma dietro
due figlioletti a sandwich tra lei e il papà che guidava e il più
grande sul manubrio. Provate a pensare il titolo di un giornale
“investito motorino…. cinque morti ” Qui girano con tutto quello che
si muove e nemmeno lontanamente immaginiamo e resto puntualmente
esterefatto nel non vedere mai auto ferme in panne al lato della
strada, sembra impossibile. Se da noi circoli con una macchina del
genere minimo fai 200 metri e prendi il tetano. Ieri ho visto una
Dyane primissimo tipo, era (una volta) rossa ma non si capiva dove
finiva il rosso e dove iniziava la ruggine, aveva una porta blu, il
cofano bianco, mancava un parafango e un cartone sul vetro laterale.
Mi ha incuriosito una bottiglia di plastica da un litro e mezzo
appesa esternamente con un fil di ferro. Sono entrato nel
distributore per fare un po’ di gasolio e questo mi ha seguito,
nella bottiglia che era quasi del tutto vuota ha messo un litro di
benzina e poi è ripartito……. Cose incredibili, qui le macchine si
dividono in tre epoche anni 50 anni 70 e anni 80 poi c’è un piccolo
posto per alcune (rarissime) auto nuove. La più gettonata tra le
nuove è la Duna, quella col baule, qui è una dream –car.
Comunque al parco oggi faceva più caldo e si
respirava una certa tensione, quattro piloti potevano vincere ancora
la gara. Già subito Tommi non riparte per la terza tappa in quanto
troppo attardato dai guai di ieri e l’altro, poi sulla prova 21
Markko Martin vede la pressione del motore azzerarsi, così come le
speranze di vincere finalmente un rally, peccato non lo meritava.
Carlos Sainz che ieri guidava il rally fino a
che non ha deciso di entrare in un c.o. un minuto prima tiene il
secondo posto a malapena dagli attacchi di Burns scatenato, poi a
Carlos si spegne la macchina in partenza prova e il rosso passa
davanti mentre Gronholm se ne va indisturbato a vincere il rally.
Nelle ultime due prove il turbo di Burns tira una bella fumata e
Carlos riesce a riacciuffare il secondo posto. Terminano la gara 32
macchine ognuno sopravvissuto a mille problemi e mille paure.
Il gruppo N viene vinto da Arai come da copione e Solà si riprende
il secondo posto che aveva perso a causa di una foratura e di
problemi col differenziale. McShea invece si pianta di muso in un
buco e rompe il radiatore fermandosi quando ormai era terzo. De
Dominicis fora un paio di gomme e Triviño in un guado bagna le
candele, perdendo 10 minuti abbondanti nelle due prove seguenti, le
più lunghe del rally disputate a due o tre cilindri, un miracolo
averlo visto al traguardo in un’ottima sesta posizione che gli
regala i primi punti iridati della sua carriera.
All’arrivo anche Errani anche lui super attardato da 10.000 problemi
e forse ancora “calmo” per l’incidente avuto in Nuova Zelanda.
Forse sarà l’ultima volta dell’Argentina, le camice nere (e bianche)
continuavano a ripetere che non si può correre da queste parti,
mentre gli organizzatori, che devono aver fatto i salti mortali per
fare la gara, insistono che queste condizioni capestro imposte, sono
il motivo per cui le cose vanno così male, forse hanno ragione.
Perdere l’Argentina comunque vuol dire privarsi di una delle più
belle gare del mondiale riportarla alla vecchia tipologia è l’unica
soluzione.
Alla prossima…….la Grecia.
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