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Per favore BASTA !
20 settembre 1005

Un altro di noi se n’è andato.
Non vorrei mai mettere le mani sulla tastiera in occasioni del genere. Però la voglia di sfogare la mia rabbia è sempre più forte soprattutto nel restare impotente ad assistere alla morte.

Ormai iniziano ad essere troppi sinceramente, non ho più voglia di urlare e di sgolarmi su argomenti trattati ormai decine di volte e decine di volte lasciati dove sono per il mero motivo che la politica deve fare il suo corso.
La Fia vuole dei cambiamenti e i costruttori non li vogliono, i costruttori vogliono dei cambiamenti e la Fia non li vuole, e avanti a giocare al bussolotto mentre la gente si schianta sugli alberi.
Due anni fa quando fu deciso di portare il RAC (Galles adesso) in settembre, un tale Carlos Sainz disse: Se non piove è una gara molto pericolosa. Lo hanno ascoltato? Neanche per sogno, immersi nelle loro manie di grandezza di portare le gare a 24 di correre ogni domenica dappertutto dove ci sia una strada non importa se dritta o storta, se ci sono alberi o burroni, se le macchine sono dei petardi lanciati a velocità pazzesche in strade ormai troppo piccole per loro, Show Must Go On. E allora andiamo avanti, ma non stupiamoci se queste cose accadono, fa parte del gioco e così hanno scritto dappertutto Motorsport can be dangerous e siamo apposto.
Ci sono delle gare “abbastanza” sicure e delle gare meno sicure, ovviamente nessuna gara è sicura soprattutto se viene affrontata a quelle velocità. Allora il rimedio è più che semplice rallentiamo le strade e rallentiamo le macchine, non vedo altre soluzioni. Gli incidenti mortali sono tornati alla ribalta da poco tempo, quando i mezzi hanno superato l’equilibrio con le strade e la capacità umana di dominarle.
Basterebbe poco. Rallentamenti nei punti pericolosi, riduzione della performance delle gomme, ormai troppo veloci, via elettronica, più peso sulle vetture, innalzamento dell’altezza minima sull’asfalto.
Come si fa ?
I percorsi devono essere visionati da una commissione di esperti, con cura e nei punti particolarmente pericolosi inserire dei rallentamenti, non le odiose chicane che abbiamo visto tempo fa ma dei rallentamenti appena sufficienti ad evitare la botta secca.
Le gomme devono essere di mescola dura per durare almeno 120 km di prova e mono- disegno asciutto o bagnato, tornare alle gomme simili a quelle che si usavano negli anni ’70 con una evoluzione per anno e molta deriva, spalla alta così si privilegia lo spettacolo e si riducono i costi, una per la terra e una per l’asfalto.
Le macchine aumentate di peso del 10-15% senza zavorra ma con protezioni in più soprattutto sui lati. L’altezza minima da terra per l’asfalto aumentata di almeno un cm. per avere più rollio e diminuire quindi la velocità in curva.
In fin dei conti non ci vorrebbe molto a mettere in cantiere anche solo alcune di queste modifiche e non mi si venga a dire che le macchine sarebbero più pericolose, sarebbero più lente e spettacolari e magari qualche spettatore si riaffaccerebbe a vedere qualche numero.
Necessita fare un reset e ricominciare con regole nuove e più umane, le macchine sono sfuggite di mano ai loro costruttori e il minimo errore viene pagato caro, non possiamo permettercelo perché la specialità è in pericolo e di questo passo rischiamo di chiudere tutto.
Ovvio che nessuno sarà d’accordo perché tutti avranno un interesse da difendere, ieri se non fosse stato per i piloti e i costruttori la gara sarebbe proseguita come se nulla fosse successo, per fortuna che non è stato così. Gli organizzatori una volta rimosso la macchina e quel che restava del povero Park hanno spedito gli apripista in prova, convinti di far ripartire tutti…
Beh a me queste cose fanno ribrezzo, così come chi continuò al Salento e avanti così.
Non si può far finta di niente!
Non si può dire “Beh è capitata a lui”
Certo che gli interventi da fare sono parecchi, ma bisogna farli costi quel che costi, qualcuno dovrà rinunciare e qualcuno sarà favorito ma non si può più andare al massacro in questo modo.

foto Massimo Bettiol