IMPRESSIONI SVEDESI
7 febbraio 2006

Era un po’ di tempo che il rally di Svezia non era davvero “svedese”, credo sia uno dei due, forse tre anni sugli ultimi venti che la gara non ha patito la carenza di neve o il clima piovoso che ne rovinavano l’immenso fascino.

Finalmente le foreste del Varmland erano solcate da vere tracce di ghiaccio con ai bordi degli Snow-bank non molto alti ma abbastanza consistenti per tracciare le strade come fossero piste da bob, veramente molto bello.
Senza dubbio così com’è stato quest’anno è la gara più bella del mondiale, su questo non ci sono dubbi.
Un freddo terrificante, molta gente e diversi italiani sia al via sia a guardare, ora non si può più dire con sufficienza “Sono stato in Svezia” perché immediatamente ti senti rispondere “Ah si? Che bello c’ero anch’io” sembrava quasi di essere al Mille Miglia.
Beh… direi invece che questo è molto positivo, che il nostro ambiente si internazionalizzi e che si vada a vedere come si fanno davvero i rally e inoltre penso che sia una tappa d’obbligo per la formazione di un pilota e i giovanissimi non devono scoraggiarsi se vengono bastonati dai più esperti piloti locali, si imparano molte cose lassù tra le quali l’umiltà, e non è poco visto le arie che tirano in giro.

Mi faceva un certo effetto vedere il giovane Andrea Cortinovis che pure qui in Italia è un buon pilota viaggiare molto attardato, in posizioni che lui mai avrebbe occupato in nessun rally al mondo, lassù complici anche delle coperture che si “schiodavano” senza pietà è stato costretto quasi a transitare per le prove, la legge svedese è implacabile con i debuttanti. Infatti poco più avanti di lui un altro giovanissimo Filippo Bordignon con l’assistenza self-made capeggiata dal simpatico omone Tiziano Nerobutto all’insegna del “Come ‘na volta” pinza e fil di ferro ma avanti sempre, ammirevoli davvero e così anche se non si vince si impara e sul veloce i due giovani avranno sicuramente meno problemi di prima sperando in un buon futuro.
Una buona idea quella di permettere ai giovani di partecipare al JWRC con le vetture N3, peccato per i 50.000 € di iscrizione, un po’ abbondanti per il servizio dato (catering ed iscrizioni alle gare) che sicuramente hanno agito come deterrente per altri iscritti, se deve essere una formula promozionale dovrebbe esserlo fino in fondo e chiaramente quella cifra è da considerarsi piuttosto alta nel totale del budget per correre con un N3.

Non stava andando niente male Luca Hoelbling che sul più bello del divertimento ha pensato di colpire la Focus dell’Argentino Perez-Companc mezza ribaltata fuori strada, chissà se nel mondiale c’è l’assicurazione danni tra concorrenti, lo spero per lui perché se va come in Italia dovrà sudare un po’ per pagare la Focus a Wilson.
Con lui in squadra c’era Scandola senior, seguito dal fratello Umberto, quest’utimo con le lacrime agli occhi per non poter partecipare alla gara svedese e in attesa di sapere il suo futuro assisteva il fratello con un orecchio puntato a Torino per sentire le news.
Ma non dovevano aiutarlo questo giovane?
Spero proprio di si, lui è uno che può diventare qualcuno un giorno, non lasciamolo raffreddare altrimenti lo perdiamo.

Il nobile Frisiero invece per la prima volta alla guida di una bellissima Corolla WRC mi guardava ad ogni parco dicendomi spaventato in veneto “Come che la va… mamma mia come che la va…” e poi una rottura del turbo alla prima speciale della seconda tappa gli ha fatto saltare praticamente mezzo rally, è rientrato con la formuletta magica del super-rally ma senza più entusiasmo, si rifarà di sicuro lo scorso anno era arrivato 3° del PWRC lottando con Medeghini che piano non va, anzi andava…

Per Gunnar Andersson mi faceva una festa incredibile ogni volta che mi affacciavo al paddock Suzuki e mi diceva “Now my brain is ok” e rideva. Dopo l’uscita della Finlandia il giovane campione svedese soffriva l’effetto del grande ruzzolone e faticava a riprendere il suo passo, era più lento frenava troppo presto ed entrava in curva troppo dritto, abbiamo lavorato molto nelle lunghe giornate di settembre e ottobre in cui è stato sull’altopiano a studiare e lui ora si sente ok, speriamo nel futuro per il campionato, le Citroen saranno sicuramente molto agguerrite. A dire il vero quando l’ho visto passare nella seconda prova sono rimasto senza fiato perché davvero non ci stava nulla di più, ma lui mi assicurava che non correva alcun rischio ed è qui il nocciolo del problema, il controsenso storico che fa vincere nei rally, andar forte ma non rischiare mai nulla… una parola a dirsi ma per capire come si fa basta guardare king Sebastian, credo sia l’intelligenza materializzata pilota e non mi stupirei che tra un po’ gli inglesi lo escludessero dal mondiale per “Manifesta superiorità” così finalmente potrebbero vincere anche loro qualcosa. Si ok… anche la Xsara è una gran macchina equilibrata e facile da guidare (Ma è facile guidare in Svezia? Non mi pare proprio… ) però lui davvero sa usare il millimetro sempre e a differenza di molti altri piloti non rischia mai nulla, penso che la prestazione dell’ex-ginnasta (soprannominato “il serio” dal momento che non cambia mai espressione) sia stata superiore a quella di due anni fa dove vinse ma forse lottò meno vista la superiorità del mezzo.
Le Ford sono adesso dei petardi e sono convinto che il piccolo king avrà gli affari suoi a tener dietro Marcus in futuro, però il mondiale lo vedo ancora francese proprio per la grande affidabilità di Sebastian, Hirvonen alla fine non mi ha convinto anche se ogni tanto qualche tempo lo tira fuori, ma il divario da Marcus a conti fatti è abbastanza rilevante dal momento che le vetture sono uguali o almeno si spera e da quello che ho visto Mikko guida piuttosto sporco e nervoso.
Non parliamo della Subaru perché le prime due gare sono state davvero molto problematiche per Solberg e soci, si rifaranno di sicuro perché penso che Luis Moya avrà preso in mano un badile e iniziato a picchiare qualcuno la dentro, i “tifosi” cioè quelli che tifano senza capire un bell’acca (H) di rally potranno vedere che non si rompe solo la Mitsu ma anche auto con budget molto ma molto più rilevanti come Ford e Subaru.

Un ovazione per Gigi Galli che ha disputato la sua più bella gara del mondiale, solo il cambio gli ha strappato quel terzo posto che probabilmente avrebbe acciuffato a Daniel Carlsson, quei 2 decimi che lo separavano dal fortissimo svedese sono convinto che se li sarebbe ripresi.
Lui era sereno e ben concentrato e ha dimostrato che anche un italiano può vincere lassù e non solo.
Purtroppo la ISC ne ha inventata un’altra delle sue e per vedere gli intertempi dei piloti non WRC (quelli non iscritti al mondiale come Gigi e Daniel) bisogna pagare, o meglio la squadra o il pilota devono pagare (pare siano 400 € a testa a gara) perché vengano visualizzati gli intertempi, roba da medioevo. Gli utenti pagano l’iscrizione ad un servizio (WRC.com) e poi vedono solo gli intertempi di quelli che decidono loro… come i già citati Cortinovis e Bordignon che in effetti nella lotta per l’assoluta non è che avessero molto da dire rispetto a Gigi e Daniel.

Daniel Carlsson come Gigi ha fatto una gran gara, non aveva mai guidato la nipponica e allo shake-down mi ha lasciato davvero sorpreso dicendo “This car is fantastic” quando pensavo che avendo già guidato Subaru, 206 e 307 Peugeot il giovane svedese dicesse che era una credenza (mobile da sala da pranzo contenente piatti e bicchieri) al cospetto. Ad ogni servizio correva da me per vedere se lo avevo visto passare in prova e cosa ne pensavo, è un ragazzo con un bellissimo carattere e il mio sogno di vedere una squadra nel WRC con questi due piloti per ora è durato solo una gara, ma che spettacolo! E’ stato il motivo dominante del rally, davvero bravi tutti e due… e i valigiai ? DIETRO! A cercare uno sponsor per schiacciare il piede destro, quello non si compra cari amici!
In effetti ora la Mitsu con quelle condizioni non va davvero male, si strapperà i capelli il buon Torii e maledirà i suoi capi per avergli fermato il programma proprio quando si iniziava a raccogliere il grano (nel senso del raccolto).
Scelte aziendali… o conseguenze di una certa politica?
Chi lo sa, ma anche Regis che teoricamente doveva essere una via di mezzo tra il vecchio e il nuovo se n’è andato (pare sbattendo un po’ la porta), dove finiremo ?
Ve lo dico io, allo stadio a fare i Memorial Bettega così finalmente ci potranno infilare due telecamere e fare le dirette di cui sento parlare invano dal 1979. I giornalisti staranno al caldino a leggere i comunicati stampa tra una sigaretta e un hot dog, noi dovremo pagare il biglietto e vinceranno solo le macchine migliori anche se guidate da paracarri super-sponsorizzati con appiccicate sul vetro bandiere mai viste… Speriamo in Dio, ma se facciamo un salto indietro al 2003 e guardiamo l’elenco partenti di una gara forse riusciamo a renderci conto che le innovazioni non sono state molto positive per il nostro sport ma solo per le tasche di qualcuno.
Staremo come sempre a vedere…



Foto Vittorio Caneva