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3 giugno 2004

Le tre torri mi guardavano in tutta la loro maestosità, io piccolo mortale sotto la rocca secolare carica di storia di libertà e di indipendenza mi sentivo una nullità al cospetto di tale spettacolo.

La gara mi inseguiva di poco a sancire il bellissimo trionfo di Andrea Navarra, veramente grande vincitore di questa kermesse SanMarinese. Andrea l’ho visto in Costa Smeralda è quello che riesce ad usare meglio sia la traiettoria sia il carico e scarico dei pesi della sua pur stupenda Subaru, sulla terra senza dubbio la bandiera italiana gli sta stretta e se al mondo ci fosse mai stato qualcuno di intelligente e se i meriti e le capacità contassero qualcosa, ora sarebbe senza dubbio da tempo nel WRC al posto di qualche ragazzino insolente che si becca distacchi abissali dai suoi compagni di squadra ma che può contare l’appoggio di qualche padrino, culo e camicia con certe zone del potere.

Non mi si venga a dire che in Italia nessuno va forte sulla terra per favore, guardate Navarra e guardate anche Baldacci per esempio, dite pure italiani non ne vogliamo perché non contano nulla a livello politico, fate più bella figura. La capacità non è mai servita a nulla se dietro non c’è qualcuno che ti infila da qualche parte e la dimostrazione l’abbiamo e l’abbiamo avuta ormai troppe volte. A nulla serve andar forte, a nulla serve farsi un mazzo tremendo se non hai dietro un appoggio economico-mafioso capace di sederti di forza in certi abitacoli.
I vari Stohl, Ligato, Solà, Galli lo sanno bene, anni di mondiale dimostrazioni di abilità fuori dal comune ma alla fine relegati a vetture di secondo piano… e ringraziare Dio che ci sono almeno quelle. Di certo la politica innescata dai soloni dei rally non ha fatto altro che distruggere invece di creare.

Il business, che parolaccia… Il business solo di qualcuno e la morte della specialità, questa è la realtà, che piaccia o no. Siamo arrivati ad un punto veramente brutto della storia del rally. La manovra è quasi riuscita, via Peugeot quel Provera è un rompiscatole invece il caro Frequelin è riuscito a far star zitto perfino Carlos Sainz, ha cacciato in malo modo Colin McRae, un incapace e Loeb da un po’ sembra un sordomuto, per fortuna che almeno al contrario dello spagnolo, ormai in aria di riscuotere i contributi INPS versati, il Franco-tedesco in macchina ci sa fare davvero.

In casa nostra le cose vanno un po’ meglio a meno che a Roma non decidano di mettere in pratica i cattivi insegnamenti che vengono da Parigi. A dire il vero al parco dei miracoli di Gubbio una brutta notizia girava insolente come una mosca contro un vetro. Il prossimo anno due campionati, uno per le super 1.6 e uno per i gruppi N. Bella roba!  Abbiamo il più bello e combattuto campionato nazionale del mondo e subito lo dobbiamo distruggere per fare un campionato per le Subaru e Mitsu e uno per la Fiat e Peugeot…
Ma chi le pensa ‘ste cose? Abbiamo appena liquidato con fatica un campionato 2 ruote che era piuttosto scialbo e subito ne vogliamo istituire un altro.

Il CIR deve e dico DEVE essere la massima espressione del rally come è in questo momento. La casa tale ha la vettura che non vince? Peccato ma sono cavoli loro, ne facciano una che vince o se ne stiano a casa o vadano nei Coppa Italia, inutile che facciamo un campionato solo per loro, che utilità c’è per la collettività. E poi visto come vengono sfruttate le vittorie nel CIR a livello pubblicitario? Nulla di nulla, non c’è nulla che richiami una vittoria, siamo il terzo mondo. Il CIR dovrebbe avere al massimo 10 gare ma io propenderei per 8, cinque su asfalto e 3 su terra oppure sei e quattro… basta chiuso.
Che razza di abitudine a ricattare “Se non fate un campionato per noi non corriamo più” e che razza di abitudine cedere a tutti i ricatti, che segno di debolezza e di sottomissione che sicuramente una federazione forte non dovrebbe avere.

Vogliamo fare spettacolo? Bene facciamolo, vogliamo fare gli interessi di qualcuno? Allora andiamo a timbrare il cartellino da loro al mattino, come forse qualcuno fa da tempo, ma lo sport dov’è allora? Da come vedo le cose attualmente sia i gruppi N con 4 ruote sia i millesei hanno la stessa possibilità di vincere il CIR e lo scorso anno solo la malasorte ha privato Longhi della vittoria contro Basso e Ucci, quest’anno forse le due ruote sono un po’ più avvantaggiate però nessuno sa come finirà e questo è il bello della faccenda, anche perché le macchine si rompono e i piloti sbagliano, la competitività cresce e cresce l’interesse. Ma no! Invece facciamo due campionati così tutti sono contenti e torniamo ai tempi che Cerrato vinceva il CIR contro nessuno, Tabaton l’europeo contro nessuno e la Lancia il Mondiale contro nessuno…. Che spettacolo!
A questo ci sta già pensando la FIA con le sue diavolerie, perché dobbiamo cambiare il CIR che tutto sommato va bene?

La cosa più impellente da fare è quella di sfruttare le gare a livello pubblicitario, deve esserci coordinazione tra lo sport e l’immagine delle case in modo che il prodotto venga pubblicizzato e venduto come fu per la Fulvia e più tardi per la Delta, sfruttando i risultati per vendere, cosa che invece mi sembra non esista per niente.
Bisogna ricreare dei personaggi, farli amare dal pubblico, rendere il pubblico partecipe dello spettacolo, invece si è lavorato all’inverso e ora ne paghiamo le conseguenze. Troppa gente che fa solo i propri interessi, troppa gente vecchia e stanca senza idee e motivazioni, troppi vincoli politici, troppa gente abituata ad essere comandata e che ora pretenderebbe di comandare, non andiamo avanti in questo modo.

Meditate gente!

foto Massimo Bettiol