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22 marzo 2004

Una nebbiolina mista ad una pioggerellina fastidiosa avvolgeva l’immenso complesso del Ciocco mentre buttavo in macchina la valigia esagerata per soli tre giorni.


Sotto due operai smontavano pigramente il palco e un paio di vetture ancora restavano addormentate nel parco chiuso. Anche questa edizione del Rally del Ciocco ha chiuso i battenti. Una bellissima gara combattuta su strade che sono tra le migliori del CIR con i migliori protagonisti del nostro rallysmo, il corpo di élite, la guardia repubblicana del nostro sport.

Grande Basso, il più veloce, grande Ucci il più tattico, grande Longhi una guida stupenda, grande il Dalla che ha sfoderato una grinta da vero campione coadiuvato da una vettura perfetta, fantastico Dati finchè c’è stato, poi Rossetti che appena trovato il giusto set-up ha sfoderato tempi da brivido, CantaLuka influenzato con due occhi come due patate e il dietro della vettura simile alla macchina di Paperino, poi Ceccoli che sta crescendo bene e tutti gli altri tra cui gli under Gamba e Bettega molto bravi.

Uno spettacolo, ma uno spettacolo che il pubblico sembra non aver gradito per niente… Sono rimasto veramente deluso dalla magra affluenza di quel pubblico traboccante che eravamo da tempo abituati a vedere nelle gare del CIR. Eppure cosa manca? Difficile dirlo, ma facile constatare che le presenze sono diminuite in maniera impressionante. Solo poco tempo fa il pubblico era lo spauracchio di tutti, si pregava invano che ce ne fosse poco e ho ancora impresso nella mente il mare che si apriva davanti al cofano impedendo di vedere la strada.

Si chiaro che le macchine erano forse più spettacolari, ma preferisco vedere 10-15 piloti che lottano tra loro che una o due WRC magari guidate da gentleman che sanno solo tirare il freno a mano nei tornantini. Evidentemente il pubblico non gradisce la pulizia di guida che necessita per essere redditizi con le vetture odierne. Oppure forse manca la base, la struttura per creare dei personaggi che possano essere graditi dal pubblico e ridevo ogni volta come un matto a vedere Ucci che entrava in parco sul motorino col bavero rialzato e il giallo berretto abbassato per non farsi vedere dagli assenti tifosi. Era impressionante e tetro vedere che non c’era nessuno. Il grigio storico baffo si aggirava davanti al tabellone dei tempi tra l’altro sempre male aggiornato, pensando forse che era molto meglio dare ordini ad Auriol e Sainz che sentire le mie bordate su vecchie questioni non ancora del tutto digerite.

Il problema principale secondo il mio punto di vista è che in giro ci sono sempre gli stessi, un po’ come la prima repubblica e l’impressione che ho è che si tiri troppo a campare, forse come diceva la canzone “Felicità a momenti e futuro incerto”.

Certo si è fatto qualcosa a livello televisione e ben venga, ma penso che poi il resto non esista, forse si è volutamente tenuto da parte il pubblico ma ci si è scordati che il nostro è uno spettacolo e se un circo chiude le porte al pubblico gli animali muoiono di fame, che è quello che mi sembra di vedere.

L’ossessione televisiva del calcio e della Formula uno hanno ormai soffocato tutto il resto, ma mi sembra impossibile che una struttura che costa come l’ACIsport non riesca a far dire al TG “Oggi si è disputato il Rally del Ciocco ha vinto Andreucci su Fiat Punto….. FINE”.

Non abbiamo una manciata di Euro da mettere in tasca a qualcuno per raggiungere lo scopo? Perché non si prende una bella radio tipo ad esempio 105 o RTL e gli si fa fare una diretta con aggiornamenti sulla gara in cambio di pubblicità sulle vetture? Bisogna interessare tutti non solo gli sfegatati. Perché non c’è nessuna coordinazione tra chi corre e gli uffici pubblicitari delle case impegnate?

Due addetti della Citroen vagavano sperduti nel parco, chiedendosi probabilmente quale utilità ci fosse investire in uno squallido spettacolo come quello.  La Fiat corre a livello ufficiale e i rally li usa nella pubblicità del Ducato mettendoci tra l’altro una Subaru, ma siamo matti?

Quando le Delta vincevano te le mettevano anche nel caffelatte e la Lancia vendette 15.000 esemplari di un modello che era in estinzione. Sono cambiate le strategie oppure si sono rotti i collegamenti e nessuno è in grado di ripristinarli o è motivato per farlo?

Dobbiamo investire sul futuro e dobbiamo credere nel futuro, per questo serve gente giovane e motivata che affianchi gli attuali addetti ai lavori, ed invece mi pare che di ricambi non ci sia nulla, siamo tutti gli stessi che c’erano 25 anni fa con la sola differenza che al 90% di questa gente ormai i rally interessano poco ed è una sofferenza portare a termine ogni gara. Non si sta puntando sull’utilità commerciale dei rally ma solo a spuntare un budget per tirare avanti fino al giorno dopo.

D'altronde in un paese dove il governo stanzia 1.000 miliardi di vecchie Lire per salvare il calcio o meglio due squadre di calcio non si può sperare molto di più e le imprese della Ferrari ti sono propinate in ciclostile come prima notizia del TG prima ancora della guerra o dei gravi problemi che ci sono adesso per renderci tutti delle belle pecorone con la sciarpa e la bandiera in modo da scordare le nefandezze di questo mondo e le male gestioni di cui siamo vittime tutti i giorni.

foto Massimo Bettiol