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I 100 rally di Corrado Peloso

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Le 100 gare di una carriera lunga 20 anni: "Tutto è iniziato con ritaglio di giornale". A Como, questo fine settimana, i festeggiamenti

Allora, quando la carta aveva un spazio dove scrivere un nome e un cognome, un ritaglio di giornale valeva un sogno. Di un ragazzino un po' cresciuto che, ad occhi aperti, sognava di diventare un pilota. "Credo di aver fatto incetta di tutti gli Autosprint che si trovassero nelle edicole, pregando parenti e amici di coprire quelle dove non ero riuscito a passare: io a quella selezione dovevo arrivare".

Sparco Racing Cup, che per chi respira pane e rally è un brand che emoziona solo a pronunciarne il nome. Bastava non avere la licenza di guida (e Corrado non ce l'aveva), bastava inoltrare il maggior numero di tagliandi (e Corrado ne ha mandati tonnellate). Ma non bastava più solo partecipare. Mancava la buona sorte, a quel punto, che arrivò grazie all'estrazione a sorteggio come riserva. Ora toccava a lui: far vedere a chi contava cosa sapeva fare al volante di una 500 da rally.

In mezzo, una vita: da quando, nel 1986, papà Angelo lo portò in prova speciale al Rally Neige: sciabolate nella notte delle fanaliere accese, scintille dei chiodi su asfalto misto a neve e ghiaccio. Il fascino, che è un unicum, del Montecarlo italiano.

Bastò quella speciale, per accendere il fuoco che, a quasi 50 anni, brucia ancora con vigore.

La prima selezione, per aspiranti pilota che facevano capo a Piemonte e Valle d'Aosta, arriva a Nizza Monferrato. "Volevo solo godermi il momento: sedermi in una vettura da corsa e utilizzarla". Ma il test era una roba seria: piloti valutatori, tempo sul giro, classifica finale. "Questa volta non abbiamo dubbi – dicono gli uomini Sparco -perché colui che ha fatto segnare il miglior tempo sul giro è anche quello che ha fatto segnare i punteggi più alti nei test valutativi: il suo nome è Peloso".

Da lì alla finale nazionale di Balocco il passo è stato breve. "Dovevo ancora capire cosa stesse succedendo ma ciò che era chiarissimo era che volevo iniziare a correre. A quasi trent'anni, volevo dare sfogo a questa passione".

È il 2002 e Corrado sceglie il Rally Città di Torino per l'esordio. Da autodidatta. Perché Corrado Peloso non ha una tradizione di famiglia alle spalle. Le prime gara sono quelle di zona, Piemonte e Valle d'Aosta. Con la 106 N1 e N2 vince la classe a ripetizione. Tutto fila liscio e tranquillo sino al 2008. In quegli anni è la pura passione a reggere le sorti delle gare di Corrado, sino ad allora. È l'anno della svolta perché Corrado inizia a gareggiare con le vetture di Gliese Engineering.

"Nel 2009 puntiamo alla Coppa Italia di zona con Honda. La macchina non è affidabile e così optiamo per il Trofeo Suzuki. In questi due anni nasce e cresce un feeling, e lo capirò solo dopo, unico e totalizzante".

È il 2010 e Corrado è pronto al grande salto: gare nazionali con un navigatore, Flavio Garella, anche lui novizio in un campionato italiano. I risultati arrivano in fretta: al Valle d'Aosta sono al comando prima che la macchina li lascia a piedi. Manca in affidabilità ma poco importa. Le sue doti, quelle annunciate dagli uomini dello Sparco Racing Cup, sono la garanzia.

Nel 2011 arriva un podio dopo l'altro: alla fine del Trofeo sono terzi. Nel 2012 la consacrazione: titolo italiano Rally Asfalto Gruppo N 2 Ruote Motrici con un secondo posto nel Trofeo monomarca della casa giapponese con Paolo Carrucciu sul sediolo di destra.

Nel 2013 e nel 2014 Corrado sperimenta altro: con la 208 R2 gareggia nell'Irc, International Rally Cup. E un test con Peugeot Italia e Re Paolo Andreucci come maestro d'eccezione.

Nel 2016, dopo il ritorno in Suzuki, è l'apoteosi: vincono il Trofeo Suzuki e il Campionato Italiano Wrc tra R1. "La stagione più bella ed intensa" – dice Corrado.

Nel 2017 dopo le emozioni del Motor Show di Bologna e il ruolo di tester per Toyo insieme ad Andrea Crugnola (Campione Italiano Rally Assoluto 2022, ndr) arriva il terzo posto finale nel Trofeo. E arriva, anche, la gloria.

"Quando mi sono ritrovato dentro l'area 38 del Motor Show ho smesso di parlare – racconta -. Ero lì, con quelli che vedevo in tv, nei video e sui giornali. Ho condiviso una sosta tecnica al bagno con Alister Mc Rae. Ero lì e non sarei voluto che essere lì. Per un giorno, mi sono sentito un pilota per davvero".

Il 2018 è l'anno del bis: Peloso è il primo pilota a riuscire nel bis Suzuki. Con Carrucciu vincono il monomarca, vincono il CIWrc tra le R1.

Nel 2019 arriva un altro podio con il secondo posto nel Trofeo Suzuki.

Nel 2021 ritrovano la Peugeot 208 R2 e chiudono al terzo posto il CIWrc.

In totale sono: 4 titoli, 17 vittorie di classe, 56 podi in 100 gare disputate e 20 anni di carriera.

Come si fa? C'è un segreto dietro ai numeri ?

"No, c'è tanto altro: lavoro, impegno, energia, determinazione, qualche dote di guida e capacità di adattamento e di improvvisazione. E poi la passione. Che ha spinto me, Giorgio Marazzato, l'ingegnere a capo di Gliese con il quale, negli anni è nato un rapporto privilegiato di confronto continuo e di crescita anche personale, a crederci sempre. Ma passione è stata, anche, quella altrui. Come successe in occasione del mio Rally di Sanremo, la gara con i toboga d'asfalto sui quali hanno gareggiato e vinto i piloti dei poster in cameretta quand'ero ragazzino. Non c'era il budget per correlo, quel Sanremo. E allora, come in un film a lieto fine, ci pensò qualcun altro. Arrivò solo grazie a Michele Cinotto, ex pilota ufficiale Audi negli anni 80 (e vincitore del Valle d'Aosta 1981, ndr) che dirottò la Suzuki di solito utilizzata dai suoi figli nel Trofeo alla Gliese.

Ragazzi, provate e crederci: ce l'ho fatta io che non ho eccellenze particolari".

Questo fine settimana, a Como, va in scena la gara numero 100 di Corrado: il 41° Trofeo Aci Como, prova numero 7 e di chiusura del CIRA.

"Voglio onorare così tutte le persone, e sono tante, senza le quali, oggi, non sarei qui".

Livrea dedicata ad infiocchettare la gialla Clio Rally 5 Gliese e la voglia di provarci, sempre. "Non abbiamo ancora il passo dei migliori della classe ma oseremo anche questa volta".

A 49 anni (di esperienza) ma con la voglia – e la grinta – di un ragazzino.