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Corrado Peloso: "Finalmente ci siamo: ora testa e cuore al 2023".

Como-

Corrado Peloso esce dal Rally Como con la consapevolezza di avere il passo del primi della classe

A Como, per il 41° Trofeo Villa d'Este Aci Como, c'era da festeggiare la 100a gara della vita sul sediolo di sinistra di pilota talentuoso e caparbio. Ma c'era, anche, da provare ad accelerare forte per capire se i primi della classe, quelli che si sono giocati il Clio Trophy Italia nelle 7 prove del CIRA (il Campionato italiano Rally Asfalto, ndr) fossero lì, a portata di tempi. Di passo, nel gergale dei piloti. E così, in un'ultima tappa del tricolore asfalto che non ha trovato l'accordo con Giove Pluvio, Peloso, Paolo Carrucciu e la Clio Gliese hanno fatto i conti con tratti in asfalto che del catrame avevano solo più il colore: nebbia e pioggia, a catinelle. Acqua in strada (tanta) e foglie (cadute nel frattempo dagli alberi dei boschi del comasco). "Diciamo - sintetizza Corrado - che andare di quarta e di quinta (130, 140 km/h) fidandosi solo della nota di Paolo perché non si vedeva la corda della curva e si sentiva solo l'aquaplaning che provava a gestire la Clio non è stato semplice".

Soprattutto dopo la prima Prova Speciale (Bellaggio) nella quale Corrado toccava, piegava il braccetto della ruota e chiudeva il tratto cronometrato con 1'30" di ritardo dal leader di Trofeo e la Clio da risistemate in assistenza. Cento gare: sagacia tattica ed esperienza, velocità e capacità di gestione degli eventi. Ma anche attributi, grandi. Che nelle seconda speciale della serata di venerdì sempre in compagnia di Giove Pluvio e della sua amica nebbia gli hanno fatto segnare il secondo tempo di Trofeo e capire che quando il cuore comanda il piede destro, Corrado Peloso c'è.

"Ho staccato i pensieri. Quelli negativi che continuavano a farmi chiedere se e ma e perché. Dopo l'errore che avevo commesso, l'adrenalina che non smetteva di agire nel lungo trasferimento verso Como e l'assistenza che ha fatto un piccolo miracolo cambiando braccetto e testina dello sterzo, non potevo sbagliare. Lo dovevo anche a loro. Potevo solo concentrarmi e fare ciò che sono capace di fare: guidare". Il resto lo ha fatto il cronometro: 23° tempo assoluto, 2° tra le 2 ruote motrici in mezzo alle Skoda Fabia Rally 2. Come, ad esempio, a quella di Ivan Ferrarotti, pilota reggiano che quest'anno ha vinto il Sanremo Leggenda.

Da lì, dopo la pausa notturna al termine della prima giornata di gara e delle prime tre prove, è stato sempre là davanti: secondo e terzo nel primo loop delle due prove del secondo giorno di gara e, dal settimo, il quarto posto nella classifica di Trofeo.

Sull'ultima prova, la Val Cavargna, una delle più belle e lunghe del Campionato, Corrado attacca a fondo, arriva tirato ad una staccata. Le ruote della Clio si bloccano, la vettura si spegne e il motore va in protezione. Risultato: 3' persi e addio quarta posizione. Alla fine chiude al 6° posto di Trofeo.

"Poco importa - analizza -. Ero venuto qui per giocarmela, divertirmi festeggiando la mia centesima gara. E per vedere a che punto fossimo rispetto ai miei rivali che si stavano giocando il campionato".

Parlano i numeri: i 2 secondi al chilometri rimediati al Rally Elba sono diventati 1 al San Martino di Castrozza e 0 a Como.

E adesso? "Adesso con la leggerezza di aver capito di poterci essere e di potermi giocare le gare pensiamo al 2023. È stato un anno molto importante per crescere insieme alla Clio gialla che, durante le gare, ho soprannominato Lobbina (arriva dal Sébastian Loeb Racing). Ci rivediamo presto".